Le informazioni e le foto presenti in questo manuale sono da intendersi esclusivamente ai fini di una più completa cultura generale sulla coltivazione indoor e non vogliono assolutamente promuovere comportamenti e condotte non leciti. Ricordiamo che la coltivazione e il possesso di cannabis in Italia sono illegali salvo specifica autorizzazione. E’ consentita la coltivazione di alcune varietà di cannabis sativa ai sensi del regolamento CE 1251/1999 e successive modificazioni.
Indice
radicale, in DWC le radici sono completamente ( o quasi) immerse all’interno della soluzione che farà sia da substrato che da vettore per i nutrienti.
E’ possibile quindi coltivare grosse piante con un impiego minimo di substrato, basta infatti una manciata di argilla espansa in cui fare attecchire la giovane piantina e sostenerla fin quando le radici fuoriuscendo dal vaso saranno in grado di svilupparsi nella soluzione. Per questo motivo la coltivazione in acqua profonda può essere considerata una via di mezzo tra l’idroponica tradizionale e l’aeroponica.

I vantaggi del coltivare in DWC possono essere riassunti in:
- Crescita accelerata, in quanto la maggiore concentrazione di ossigeno alle radici stimola l’assorbimento dei nutrienti ed il metabolismo della pianta
- Incremento della produzione: le piante coltivate in DWC hanno rese maggiori rispetto a quelle coltivate in terra
- Impiego minimo di substrato: non sarà più necessario muovere grossi volumi di terra o altri substrati in quanto basta una minima quantità di argilla espansa per coltivare piante di grosse dimensioni
- Poca manutenzione : non ci sono gocciolatori che potrebbero intasarsi o pompe ad acqua che nell’eventualità di un malfunzionamento bloccherebbero l’irrigazione delle piante. Anche nel caso di un black out, le piante coltivate in DWC sopravvivrebbero
Ossigeno
La chiave del successo di questo tipo di coltivazione sta nel grande apporto di ossigeno direttamente disponibile alle radici che incrementa i processi di crescita, l’assorbimento dei nutrimenti e accelera il metabolismo della pianta. Questo condizione si ottiene inserendo all’interno della soluzione una o più pietre porose, collegate a degli aeratori o pompe d’aria. Le bolle d’aria generate , risalendo verso la superficie muovono la soluzione , favorendo lo scambio gassoso tra aria e l’acqua, caricandola di ossigeno (O2)
Altro fattore molto importante, sempre in relazione all’ossigeno disciolto DO è la temperatura della soluzione

Qualità dell’acqua
In idroponica la qualità dell’acqua di partenza è importantissima, e questo vale in particolar modo per i sistemi DWC. Che sia proveniente dal rubinetto di casa o trattata con sistemi ad osmosi inversa, l’acqua di partenza deve essere priva di agenti patogeni o metalli pesanti.
Se il valore di EC fosse maggiore di 0,3 è consigliato l’uso di un sistema ad osmosi inversa, capace di filtrare l’acqua dai Sali minerali presenti riducendo il valore di EC a 0.[
DWC E RDWC
Il concetto di base che sta dietro un sistema DWC è abbastanza semplice. Fondamentalmente si tratta di un contenitore, solitamente di colore nero per evitare le infiltrazioni luminose e la conseguente formazione di alghe, dotato di un coperchio nel quale alloggia un vaso a rete che sostiene la pianta.

Nel caso si vogliano coltivare diverse piante, farlo all’interno di vasi singoli separati tra loro potrebbe diventare problematico, immaginate solo a dover misurare e regolare l’EC ed il pH in ogni singolo vaso!
Come Coltivare in DWC
Prima di Iniziare
Prima di partire è sempre opportuno progettare bene la propria area di coltivazione, in particolare il sistema dovrebbe essere disposto su una superficie piana per mantenere il livello della soluzione uniforme.
Il numero dei vasi deve essere proporzionato all’area di coltivazione o grow box scelti, le piante coltivate in DWC tendono a diventare più grosse rispetto a quelle coltivate in terra.
Si consiglia una densità di 4 vasi su una superficie di 120×120 cm, quest’area verrà completamente coperta dalle 4 piante anche se coltivate con un ciclo breve ( 2/3 settimane di vegetativa e 8/10 settimane di fioritura).

I sistemi DWC si prestano particolarmente a tecniche di piegatura come lo SCROG ( screen of green) che favoriscono la crescita delle piante sul piano orizzontale e permettono di sfruttare meglio la luce prodotta dalla lampada.
Montaggio e set up del sistema
Prima di montare il sistema è opportuno pulire i vasi di coltivazione da eventuali depositi di polvere o residui delle lavorazioni.
Montare il sistema seguendo attentamente le indicazioni riportate sul manuale di istruzioni.
Una volta assemblato il sistema caricarlo con un livello minimo di acqua ( 7-8 cm) e controllare che non vi siano perdite , queste sono generalmente dovute ad un montaggio errato delle guarnizioni stagne. Quindi assicuratevi che siano bene inserite nei fori alla base del vaso e che aderiscano bene lungo il bordo del foro.
A questo punto continuate con il riempimento del sistema, il livello della soluzione di partenza deve ricoprire di 1 cm il fondo del vaso a rete. Dopo che le radici saranno cresciute il livello della soluzione dovrà essere mantenuto più basso. (vedi paragrafo IL LIVELLO DELLA SOLUZIONE)
Collegate ad una presa elettrica la pompa acqua e l’aeratore ed accendeteli.
La soluzione nutritiva nei sistemi DWC
La soluzione nutritiva idroponica è una miscela di acqua e fertilizzanti, questi sono costituiti da Sali minerali in soluzione acquosa o in polvere, che contengono tutti gli elementi nutritivi necessari alla pianta per crescere e svilupparsi. (vedi paragrafo FERTILIZZANTI)


La concentrazione di fertilizzanti all’interno della soluzione nutritiva varia a seconda del tipo di pianta e del suo stadio fenologico ( giovani piante, fase vegetativa, fase di fioritura) ed è determinato dal rapporto tra la quantità di acqua e quella di fertilizzanti. Questo valore è espresso con i termini EC ( elettro conduttività ) o PPM ( parti per milione).
Un altro valore importantissimo è quello del pH, che indica il grado di acidità o basicità della soluzione e che è direttamente correlato con la capacità della pianta di assorbire i nutrienti.
I concetti relativi a EC e pH verranno approfonditi in seguito ( vedi paragrafo LA GESTIONE DEI VALORI DI EC e IL pH)
E’ bene fare una precisazione per quanto riguarda i livelli di fertilizzazione quando si coltiva in un sistema DWC o RDWC rispetto ai metodi idroponici tradizionali. Come detto precedentemente, nella coltivazione in acqua profonda la soluzione viene caricata con alti livelli di ossigeno, questo amplifica la capacità della pianta di assorbire acqua e nutrimenti, ma allo stesso tempo rende le radici maggiormente sensibili alle alte concentrazioni di fertilizzante.
Anche l’assenza di substrato è un fattore di cui tenere conto, nei metodi di coltivazione idroponica tradizionale, la soluzione passa attraverso a materiali come argilla espansa, perlite o lana di roccia che fungono da “cuscinetto” tra le radici ed i Sali minerali.
Per questi motivi i livelli di EC in un sistema DWC devono essere mantenuti più bassi, questo eviterà il rischio di un blocco nell’assorbimento, eventuali stress all’apparato radicale con il conseguente rallentamento della crescita ed una consistente diminuzione del raccolto finale.
In generale si consiglia un dosaggio più basso del 30 o 50% rispetto a quelli indicato sulle schede dei fertilizzanti.
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Prima di cominciare
Lavare bene l’argilla espansa sotto acqua corrente in modo da eliminare i residui polverosi che andrebbero a depositarsi sul fondo dei vasi.
Riempire con l’argilla circa metà del vaso a rete ed inserire al suo interno il cubetto di lana di roccia con la piantina germinata o il clone radicato. Dopodichè riempite gli spazi vuoti intorno al cubo di germinazione con altra argilla.
Aggiungete i fertilizzanti, seguendo le indicazioni riportate dal produttore, ed aspettate che l’acqua all’interno del sistema si sia mischiata ed il valore di EC stabilizzato tra tutti i vasi.
Controllate il valore di pH della soluzione e regolatelo in modo da raggiungere il valore desiderato ( vedi pH)
Una volta che la soluzione si è stabilizzata siete pronti per inserire le piante.
Si consiglia di monitorare i valori di EC e pH giornalmente e di correggerli se necessario cercando di evitare grossi sbalzi, questo consentirà alla pianta di svilupparsi più rapidamente , restando in salute.
Il livello della soluzione nutritiva
Quando si parte con un nuovo ciclo di coltivazione bisogna tenere presente che il nostro seme appena germogliato, così come una talea appena radicata avranno bisogno di sviluppare le radici prima che queste possano immergersi nella soluzione.

Le radici nei giorni successivi continueranno a crescere fino ad immergersi nella soluzione nutritiva, a questo punto il livello della soluzione può essere abbassato in modo da lasciare una parte delle radici esposte all’aria ( dai 5 ai 10 cm) ed il resto immerso nella soluzione.
Durante la fase di fioritura, una pianta sana e con un apparato radicale importante arriverà a consumare anche 2 litri di acqua al giorno, abbassando il livello della soluzione all’interno del sistema. Per mantenere il livello costante sarà quindi necessario rabboccare la soluzione con frequenza.

Questa operazione può essere svolta manualmente oppure automaticamente attraverso l’uso di una valvola galleggiante collegata ad una cisterna di accumulo. La valvola galleggiante che dovrà essere regolata in base al livello stabilito, farà defluire la soluzione direttamente all’interno del sistema ogni volta che il livello si abbassa, una volta ripristinato il livello originale questa si chiuderà fermando il flusso della soluzione.


La gestione del valore di EC
Controllare e gestire il livello di EC è di fondamentale importanza, la precisione , la costanza e la qualità dei fertilizzanti faranno la differenza sulla crescita e la salute della pianta ed andranno ad influire direttamente sul peso e la qualità del vostro raccolto.
Come detto in precedenza, il valore di EC dovrebbe rimanere più basso rispetto a quello consigliato sulle schede di dosaggio, un EC troppo alto potrebbe causare un rallentamento dell’assorbimenti di acqua e sostanze nutritive, andando ad influire sui tassi di crescita della pianta e sulla produzione.
E’ importante monitorare costantemente l’EC con l’uso di un conduttivimetro, questo strumento fornirà informazioni sia sulla concentrazione di fertilizzanti della soluzione nutritiva ma anche sull’ assorbimento di questi da parte della pianta.
Infatti se il valore dell’EC aumenta significa che la pianta starà assorbendo in proporzione più acqua che Sali minerali, se diminuisce significherà che la pianta starà assorbendo più nutrimento rispetto all’acqua.
In questi casi bisognerà aggiungere alla soluzione a seconda dei casi acqua oppure fertilizzante, o più precisamente una soluzione più acquosa o più fertilizzata.
Quando si regola la soluzione nutritiva, il valore di EC sarà una media tra il valore originale e quello della soluzione aggiunta.
Quella che segue è una tabella che riporta i valori di EC da mantenere durante un ciclo di coltivazione con una durata di 3 settimane di vegetativa ( verde) ed un periodo di 9 settimane di fioritura ( rosso).

1 | 2 | 3 | 1 | 2 | 3 | 4 | 5 | 6 | 7 | 8 | 9 | |
EC | 0,4 | 0,6 | 0,8 | 1 | 1.2 | 1.4 | 1.6 | 1.6 | 1.2 | 1 | 0.8 | 0 |
Come si vede in tabella, durante il ciclo di coltivazione il valore di EC aumenta in rapporto alla crescita della pianta, toccando il suo valore massimo nella seconda metà della fase di fioritura, dopodiché dovrà iniziare a scendere gradualmente fino ad arrivare ad eliminare totalmente i Sali presenti nella soluzione per gli ultimi 3 o 4 giorni ( flush)
Questo procedimento serve per permettere alle piante di utilizzare i nutrimenti che si sono accumulati al loro interno fino ad esaurirli completamente in prossimità della raccolta. Questo conferirà una maggiore qualità al prodotto finale, soprattutto nel sapore.
Ma a cambiare non dovrà essere solo il valore di EC, ma anche la composizione del fertilizzante, che dovrà soddisfare esigenze diverse a secondo dei diversi stadi fenologici della pianta. Quando si affronta la fase vegetativa, con la produzione di rami e foglie la pianta avrà bisogno di una maggiore concentrazione di azoto (N), mentre quando inizieranno a formarsi i fiori e i frutti, utilizzerà maggiormente il fosforo (P) ed il potassio (K). Per questo motivo i produttori di fertilizzanti distinguono le miscele per vegetativa da quelle per fioritura e ne indicano l’utilizzo e le concentrazioni in riferimento dello stadio evolutivo della pianta.


La soluzione dovrebbe essere sostituita ogni 2 / 3 settimane, quindi il sistema dovrà essere prima svuotato e subito dopo riempito con la nuova soluzione. La cosa migliore è avere a disposizione un contenitore separato in cui preparare la nuova soluzione nutritiva evitando così di doverla preparare direttamente all’interno del sistema.
Il pH
Il pH indica il grado di acidità o basicità dell’acqua, in idroponica ed in particolare nei sistemi DWC è un dato molto importante da cui dipende la buona riuscita del vostro ciclo di coltivazione.
Per garantire il corretto assorbimento degli elementi disciolti all’interno della soluzione nutritiva, questo deve essere contenuto all’interno di un range che va da 5.5 a 6.5. Valori di pH al di fuori di questi limiti potrebbero inibire l’assorbimento di alcuni nutrienti causando fenomeni di carenze nutrizionali.

Un altro aspetto fondamentale che non bisogna trascurare è la costanza di questo valore. Per garantire alla pianta una crescita rigogliosa e riuscire ad esprimere il massimo del suo potenziale vanno evitati grossi sbalzi di pH, quindi eventuali aggiustamenti è preferibile che siano fatti gradualmente.
L’uso di fertilizzanti di qualità può rendere molto più facile la gestione del pH.
Fertilizzanti
In idroponica i fertilizzanti costituiscono l’unica fonte di nutrimento per la pianta data l’assenza della di sostanze nutritive nel substrato, che sia composto da argilla espansa, lana di roccia, acqua o aria.
La forma minerale dei fertilizzanti per idroponica fa in modo che questi siano subito disponibili per essere assorbiti dalla pianta.
Sono invece da evitare i fertilizzanti a base organica, soprattutto nei sistemi DWC, in quanto la mancanza di un ambiente adatto ad ospitare i batteri necessari alla decomposizione delle sostanze organiche, creerebbe le condizioni per lo sviluppo di agenti patogeni e difficoltà nella gestione del pH.
La soluzione nutritiva dove essere completa di tutti gli elementi essenziali necessari alla crescita della pianta:
- Azoto (N)
- Fosforo (P)
- Potassio (K)
- Calcio (Ca)
- Magnesio (Mg)
- Zolfo (S)
- Ferro (Fe)
- Rame (Cu)
- Zinco (Zn)
- Molibdeno (Mo)
- Boro (B)
- Cloro (Cl)
Questi dovranno essere bilanciati a seconda dello stadio fenologico ( giovani piante o talee, crescita vegetativa, fioritura e fruttificazione) nel giusto rapporto e nella giusta concentrazione.
Solitamente i fertilizzanti per idroponica premiscelati che si trovano in commercio sono suddivisi in 2 o 3 flaconi separati (A +B ) questo perché nella loro forma concentrata alcuni degli elementi presenti se miscelati insieme potrebbero precipitare e non essere più utilizzabili.
Quando si prepara la soluzione questi dovranno essere aggiunti all’acqua separatamente, aspettando che la prima parte (A) si sia disciolta adeguatamente prima di inserire la seconda (B). Seguite attentamente le indicazioni del produttore riportate sull’etichetta prima di procedere con la somministrazione.
Gestire i valori EC e pH all’interno dei sistemi RDWC
Nei sistemi RDWC la soluzione circola tra i vasi di coltivazione costantemente grazie alla pompa ad immersione alloggiata nel vaso di controllo, questo fa si che i valori di EC e pH siano uguali per tutti i vasi di coltivazione.
Il vaso di controllo diventa così uno strumento molto utile al coltivatore che avrà la certezza che i valori misurati al suo interno sono gli stessi di tutti gli altri vasi.
Attraverso il vaso di controllo sarà possibile :
- Misurare EC e pH
- Regolare l’EC ( aggiungendo fertilizzanti , acqua o soluzione)
- Regolare il pH ( aggiungendo acidi o basi)
- Aggiustare il livello della soluzione ( manualmente o automaticamente attraverso la valvola galleggiate)
- Svuotare il sistema per il cambio di soluzione
- Collegare una tanica di accumulo esterna
- Collegare un sistema di controllo della temperatura della soluzione( Chiller)
Lo schema di fertilizzazione
Come spiegato precedentemente, in un ciclo di coltivazione, il valore di EC aumenterà in relazione alle settimane di crescita della pianta.

Questa tabella indica i dosaggi e le proporzioni da utilizzare in un ciclo ipotetico di 10 settimane. Come vedete nella settimana 1 la quantità di fertilizzante è di 7,5ml per 10 litri di acqua (2,5 ml Grow + 2,5ml Micro + 2,5 ml Bloom) fino ad arrivare alla settimana 4 in cui la concentrazione aumenta a 30ml ogni 10 litri di acqua ( 15ml Grow + 10ml Micro + 5ml Bloom). Anche il rapporto tra GROW MICRO e BLOOM cambierà per adattare la soluzione alle esigenze delle piante nelle fasi di vegetativa e fioritura.
Bisogna però fare sempre fede ai valori riportati sul vostro EC tester ed adattare i dosaggi al tipo di sistema utilizzato. Se coltivate in DWC tenete i dosaggi più bassi del 30-50% ed adattate le quantità indicate dal produttore alle vostre esigenze. ( vedi LA GESTIONE DEI VALORI DI EC)
Quando si aggiunge il fertilizzante, così come i regolatori di pH all’interno del vaso di controllo, questi prima di essere distribuiti e uniformati attraverso il sistema, passeranno prima attraverso i vasi adiacenti a quello di controllo, per poi proseguire attraverso gli altri.
Questo significa che i primi vasi riceveranno all’inizio una concentrazione maggiore di fertilizzante, che aumenterà il valore di EC per poi scendere con il passare dei minuti una volta che la soluzione avrà fatto tutto il giro all’interno del sistema.
Quando ci si appresta ad aggiungere i fertilizzanti per aumentarne il valore bisognerà farlo sempre in maniera graduale, poco alla volta, dando il tempo a questi di mescolarsi prima di aggiungerne altri, in questo modo si eviteranno da una parte eventuali shock alle prime piante, e dall’altra darà la possibilità al coltivatore di tenere sotto controllo l’EC generale evitando eventuali sovra dosaggi .
Per lo stesso motivo, quando ci si appresta al cambio di soluzione è consigliato preparare la nuova soluzione in una tanica di accumulo esterna per poi riversarla all’interno del sistema precedentemente svuotato.
Controllare costantemente i valori di EC e Ph e correggerli evitando grossi sbalzi è di fondamentale importanza per la buona riuscita di coltivazione con un sistema RDWC. Ricordiamoci sempre che non vi è ne terra ne alcun altro tipo di substrato a proteggere le radici e tamponare gli effetti di variazioni drastiche di EC e pH.
I valori di EC e pH possono cambiare da un giorno all’altro e vari fattori possono determinare queste variazioni. In generale le necessità nutritive, così come i valori ambientali della stanza di coltivazione potrebbero portare la pianta a consumare più fertilizzanti o più acqua, variando di conseguenza la concentrazione della soluzione nutritiva.
Ad esempio, in presenza di alte temperature la pianta potrebbe essere portata a consumare più acqua per effetto della traspirazione ed alzando il valore di EC, in questo caso bisognerà aggiungere altra acqua o una soluzione più blanda per riportare la soluzione ai valori iniziali. Al contrario, un fabbisogno più alto di nutrimento porterebbe ad un consumo di Sali maggiori abbassando così il valore di EC che dovrà essere ripristinato con l’aggiunta di fertilizzanti
Il controllo giornaliero, le cure costanti e gli interventi attenti e ben calibrati del coltivatore fanno si che le piante all’interno di un sistema RDWC si trovino sempre nella condizione ideale per esprimere a pieno il loro potenziale, sviluppandosi velocemente , crescendo rigogliose, in salute e regalandoci sempre ottime rese , fiori pesanti e carichi di resina.
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Gestione della temperatura della soluzione
Per ottenere il massimo da una coltivazione in acqua profonda, è opportuno controllare e gestire al meglio la temperatura della soluzione nutritiva. Come spiegato precedentemente, il valore di ossigeno disciolto DO è un fattore chiave per una crescita sana e rigogliosa della pianta.
La capacità dell’acqua di trattenere le molecole di ossigeno al suo interno è inversamente proporzionale alla temperatura, quindi se questa aumenta il contenuto di ossigeno diminuisce e viceversa, se la temperatura diminuisce il potenziale di ossigeno disciolto aumenta.
Mantenendo le temperature della soluzione comprese tra i 18 e i 21 gradi celsius, si hanno le migliori condizioni per il contenuto di ossigino disciolto e per lo sviluppo delle radici delle piante.
Se le temperature scendessero sotto i 16 gradi si rallenterebbe il metabolismo della pianta , se aumentassero oltre i 22 gradi, l’ossigeno disciolto diminuirebbe creando le condizioni per lo sviluppo di agenti patogeni nocivi e marciume radicale (pythium)
Ci sono diverse soluzioni ed accorgimenti per cercare di mantenere la soluzione fresca e ben ossigenata:
- Tenere la pompa aria al di fuori della tenda di coltivazione in modo da pompare all’interno dei vasi aria più fresca.
- Mantenere le temperatura della stanza di coltivazione o del grow box intorno ai 22 o 23 gradi.
- Collegare al sistema idroponico un refrigeratore o water chiller, che manterrà automaticamente le temperature nel valore corretto.


Inserimento delle piante all’interno del sistema
Piante nate da seme
- Seminare all’interno di cubetti di germinazione in lana di roccia da 4cm ( rockwool)
- Tenere il livello della soluzione alto abbastanza da coprire i primi 2 cm del vaso a rete
- Riempire circa metà del vasetto a rete con l’argilla ( fino a coprire la soluzione)
- Inserire il cubo di germinazione con la giovane piantina, assicurandosi che la soluzione non sia in contatto diretto con la lana di roccia
- Ricoprire gli spazi vuoti con altra argilla
Piante da talea
- Riempire 1/3 del vasetto a rete con argilla espansa
- Inserire le talee a radici nude propagate in un sistema aeroponico o DWC e delicatamente riempire lo spazio intorno alle radici con il resto dell’argilla
- Per le talee radicate in cubi di lana di roccia, riempire la prima metà del vaso a rete di argilla, posizionare il cubo con la talea sempre evitando che questo venga in contatto diretto con la soluzione, quindi ricoprire con argilla gli spazi vuoti intorno.
Cura e gestione del ciclo di coltivazione
L’approccio ed i metodi utilizzati nella coltivazione indoor sono spesso frutto di valutazioni soggettive date dall’esperienza , oltre che da esigenze tecniche e ambientali che possono variare da coltivatore a coltivatore.
Quelli che seguono sono alcuni suggerimenti dati col fine di ottimizzare al meglio il ciclo di coltivazione con un sistema idroponico RDWC Growrilla.
Il numero di vasi in relazione ai tempi di crescita e all’area di coltivazione
Coltivare in un sistema DWC o RDWC significa lasciare alla pianta il giusto spazio e il giusto timing per crescere.
I tassi di crescita accelerati richiedono un tempo di vegetativa minore, che deve essere calcolato in relazione al numero di vasi rispetto all’area di coltivazione.
Ad esempio, se state coltivando in un sistema RDWC 4 all’interno di un grow box da 120x120cm, la fase vegetativa dovrebbe non superare le 3 settimane. In questo modo vi troverete tra la 2 e la 3 settimana di fioritura con l’area di coltivazione interamente occupata dalle piante pronte per la formazione dei fiori.
Uso della rete (SCROG)
Il sistema RDWC si presta molto bene alla tecnica di coltivazione SCROG ( screen of green). L’uso della rete permette la distribuzione della pianta sul piano orizzontale ottimizzando l’efficacia della luce prodotta dalle lampade.

Cura delle radici
Un apparato radicale in salute e ben sviluppato farà crescere meglio la pianta, contribuendo ad un corretto funzionamento del sistema.
Coltivando piante con le radici nude il coltivatore ha la possibilità di controllare visivamente lo stato di salute oltre che la possibilità di intervenire manualmente su di esse.
E’ possibile, oltre che consigliato, operare alla potatura delle radici per promuoverne la crescita laterale, la nascita di nuovi getti ed evitare l’occlusione dei tubi di collegamento. In particolare è consigliabile fare questa operazione utilizzando guanti e forbici sterilizzati, tagliando solamente le punte e non oltre il 15% della radice. Le parti tagliate vanno rimosse e non lasciate all’interno del sistema. La potatura delle radici può essere fatta durante la 2 settimana di vegetativa ed una seconda volta verso la 2 settimana di fioritura.
Per garantire il corretto funzionamento del sistema ed un flusso agevole della soluzione tra i vasi, bisogna controllare periodicamente la crescita delle radici, e nel caso di occlusione dei tubi rimuoverle manualmente.
Infezione e marciume dell’apparato radicale
Le malattie dell’apparato radicale sono spesso la conseguenza di un’errata gestione della soluzione nutritiva associata ad una scarsa pulizia delle attrezzature utilizzate.
Non c’è dubbio che la migliore arma di difesa è la prevenzione, che consiste nell’evitare di creare le condizioni ideali per lo sviluppo di batteri e muffe. La buona notizia è che tutto ciò che verrà fatto per contrastare l’eventualità di un infestione batterica farà molto bene alla pianta, che sarà in grado di assorbire meglio i nutrimenti e contrastare maggiormente le malattie.
Tra le principali cause di marciume radicale ci sono due malattie note come Phytium e Fasarium.
Cercando di semplificare, queste malattie sono la causa della proliferazione di un fungo le cui spore sono normalmente presenti nei terreni e nelle acque. Prospera negli ambienti umidi, dove c’è scarsa ossigenazione , attaccando le radici delle piante. Si nutre di sostanze organiche, bloccando la capacità di assorbire i nutrimenti e portando alla morte del tessuto radicale.
Se non si interviene per tempo, le radici delle piante attaccate da phytium inizieranno ad assumere un colore brunastro ed in breve tempo a marcire rilasciando un odore sgradevole. La pianta a questo punto smetterà di assorbire i nutrimenti , la crescita verrà rallentata, le foglie appassiranno e la produzione di conseguenza sarà limitata.

Prevenzione
- Pulizia e sanificazione del sistema idroponico: alla fine di ogni ciclo di coltivazione il sistema dovrà essere lavato e sterilizzato in modo da eliminare qualsiasi forma di patogeno presente.
Per disinfettare il sistema possono essere utilizzato il perossido d’idrogeno ( H2o2) al 35% (3ml per litro) o la candeggia con un rapporto di 1:100. Una volta svuotato completamente il sistema, rimuovere le pietre porose dopodichè riempirlo con acqua ed un agente disinfettante. A questo punto accendete la pompa e fate circolare l’acqua all’interno del sistema per 2 o 3 ore, con l’aiuto di una spugna strofinate e pulite bene i vasi di coltivazione.
- Mantenere una temperatura della soluzione ottimale: se la temperatura dell’acqua supera i 21° celsius il livello di ossigeno disciolto diminuisce ( vedi paragrafo OSSIGENO) e si possono creare le condizioni ottimali per lo sviluppo di patogeni e marciume radicale. Mantenere sempre la soluzione fresca con una temperatura compresa tra i 18 ed i 21° celsius aiuterà le piante a crescere sane e forti.
- Cambi di soluzione frequenti: cambiare la soluzione ogni 2 o 3 settimane è utile anche per evitare eventuali accumuli di zoospore responsabili di problemi all’apparato radicale.
- Pulizia degli strumenti di lavoro: la stanza di coltivazione, così come le attrezzature utilizzate dovrebbero essere sempre pulite e disinfettate in questo modo si evita che i batteri e patogeni vengano introdotti all’interno della coltivazione.
- Fertilizzazione: I fertilizzanti non sono tutti uguali! Utilizzando un prodotto di qualità si garantisce un corretto assorbimento degli elementi presenti nella soluzione e si evitano sbalzi di pH. Gli eccessi di fertilizzanti associati a continui cambiamenti di pH indeboliscono la pianta e la rendono più vulnerabile.
- Mantenere i corretti parametri ambientali della vostra stanza di coltivazione: quando la luce, la temperatura e l’umidità del vostro giardino idroponico sono corretti, la pianta crescerà più sana e saprà reagire meglio agli attacchi di parassiti ed infestazioni batteriche.